Il Reddito di inclusione (ReI) rappresenta la prima misura nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, la quale esordirà dal 1° gennaio 2018 (ai sensi della L. 33/2017) ed andrà a sostituire tutte le precedenti forme sperimentali di sostegno inserite nel 2015 con il Jobs Act.
In particolare, il sostegno verrà fornito per un periodo massimo di 18 mesi: da un lato mediante beneficio economico, erogato tramite una card ricaricabile, e dall’altro tramite una serie di servizi alla persona.
Verrà consentito l’accesso prioritario ai nuclei familiari in condizioni di povertà ed in presenza di figli minori, disabili, donne in gravidanza o di almeno un disoccupato con età superiore a 55 anni.
Le famiglie interessate potranno usufruire del sostegno in analisi anche in caso di svolgimento di una attività lavorativa, viceversa vi sarà assoluta incompatibilità con le altre forme di assistenza quali ad esempio la NASpI.
Per accedere al piano anti-povertà verrà parametrata la situazione in base al reddito Isee (che non dovrà essere superiore ai 6 mila euro) e al reddito disponibile (Isr), permettendo l’accesso anche a coloro che, pur proprietari della prima casa di abitazione, conseguono redditi molto bassi o pari a zero. In proposito, al fine di apportare una consistente semplificazione degli adempimenti, sarà possibile avvalersi della dichiarazione Isee precompilata.
Il Piano prevede una «valutazione multidimensionale» preventiva – che terrà in considerazione molteplici fattori, quali la situazione lavorativa del nucleo familiare, il relativo profilo di occupabilità, oltre che educazione, istruzione, formazione e condizione abitativa – utile alla redazione del progetto personalizzato e finalizzato al superamento della iniziale condizione di povertà.
Fonte: L. 33/2017